(di Roberto Falaschi) – La Camera dei Deputati ha appena approvato l’adesione dell’Italia al Meccanismo Europeo di Stabilità (Mes) e quindi l’adesione italiana a questo strumento politico/economico europeo sembra certa. Ma prima di esaminare questo discusso e semi misterioso ente finanziario vediamo da chi e come è gestito.
Il governo giallo/rosso Conte II ha sposato totalmente e cerca di imporre al parlamento, e quindi alla nazione, una istituzione che, ove lo necessitassimo, ci presterebbe a condizioni enormemente gravose denaro che le avevamo prima anticipato e del quale aveva lucrato sugli interessi.
Per averci ridato i soldi, anticipati da noi italiani, pretende un memorandum vincolante a mezzo del quale conferiamo al Mes i pieni poteri nel gestire l’Italia. Altrimenti detto si escludono parlamento e governo, quindi la volontà dei cittadini italiani.
Una vera e propria occupazione in formato finanziario peggio di un’invasione militare. Ne conseguono, come la nefasta esperienza greca ci insegna, un aumento delle imposte, contrazione ai minimi del Servizio Sanitario Nazionale, previdenziale e naturalmente scolastico senza scordare un consistente calo delle pensioni. Per far cassa, cioè ripianare il debito, ci sarebbe la svendita ai soliti Francia, Germania e Cina delle infrastrutture principali quali porti, aeroporti ed autostrade.
In conciso l’Italia anticipa delle somme al Mes che, qualora ne avessimo necessità, ci renderebbe sotto forma di prestito ed in più otterrebbe il controllo assoluto dell’Italia. Altrimenti detto, la Troika prenderebbe il possesso dell’Italia, come fece in Grecia, e gestirebbe la cosa pubblica nell’interesse esclusivo dei grandi finanzieri.
Quanto precede sarebbe di per se motivo sufficiente per non aderire a questo ulteriore trabocchetto europeo. Ma c’è di più, molto di più. Il direttore generale del Mes, il tedesco Klaus Regling, che detiene la carica dalla creazione del Mes dal 2012, nonché tutti i dipendenti dell’ente, godono di totale immunità civile e penale per quanto compiono (Art. 35). Il regolamento impone altresì di dar seguito senza obiettare a tutte le loro disposizioni indipendentemente dalle possibili conseguenze negative per il paese.
Questo ente è perciò immune da qualsivoglia ingerenza o controllo esterno e le sue decisioni, cogenti o meno, sono adottate nel più assoluto riserbo. Conseguentemente i suoi membri sono tenuti al massimo riserbo, con divieto assoluto di informare su come e perché una decisione sia stata adottata (Art. 35).
Tanto per chiarire chi siano e che potere rappresentino i suoi membri essi sono esenti dall’imposta nazionale sul cospicuo reddito (Art. 36) ed i loro beni, ovunque si trovino e sempre per il medesimo articolo non sono sequestrabili o pignorabili, così come i loro locali sono inviolabili (Art. 32). I loro conti bancari, computer, documenti, sono pure inviolabili. Qualsiasi attività il Mes compia è esente dalla necessità di qualsivoglia autorizzazione, né può essere ostacolata o bloccata (Art. 32).
Infine, chicca delle chicche, se il Mes ed un parlamento nazionale entrano in conflitto, non sarà un soggetto terzo a dirimere la questione, ma bensì il Mes stesso.
Mi domando quale masochismo possa indurre un governo nazionale ad aderire ad un siffatto ente il cui evidente scopo è quello di sottomettere chi vi aderisce. Ignoranza della materia che tratta? Tonteria? Incapacità tecnica a comprendere quanto letto? E’ pur vero che l’insegnamento sessantottino non ha generato molta cultura, ma mi sembra eccessivo dargli la colpa di una così grave lacuna. O forse corruzione? Qualcuno probabile, ma tutto un governo ed un parlamento, logicamente improbabile. Oppure poiché in caso di bocciatura dell’adesione al Mes il governo cadrebbe con conseguente scioglimento delle camere e poca probabilità di rielezione per buona parte dei peones, e non solo loro? Possibile che il particolare prevalga sul bene nazionale, quindi di tutti.
Il governo sostiene che l’adesione al Mes non implica richiesta di aiuto allo stesso. Ma se il governo fin da ora non intende servirsene, allora perché creare un caso nazionale per entrare a far parte di un costoso ente del quale non ce ne serviremo quando il semplice esserne parte è dannoso? Sarà vero che questo governo aderisce, ma non utilizzerà? E comunque quali certezze abbiamo che un futuro governo non si faccia intrappolare?
Il triste caso della Grecia dovrebbe insegnare a diffidare, soprattutto considerata la relativa esigua somma di quel debito un minimo sforzo dell’U.E. avrebbe potuto scongiurare quella catastrofe sociale ed economica, oltre che umanitaria.
L’Europa non ha voluto perché chi gestisce il potere dietro le quinte vedeva maggiori benefici a distruggere quel paese anziché salvarlo. E’ bene ricordare sempre che in politica estera non esistono amici, ma altri stati che hanno temporaneamente una comunione di interessi e che comunque all’interno di un’alleanza ognuno per se, anche a discapito degli altri.
Che vi sia in Europa un progetto simile al piano Morgenthau? Ma la Germania benché sconfitta nel 1945 seppe approfittare della situazione internazionale per mantenere la sua dignità…