L’austera e sobria facciata della chiesa dell’Immacolata Concezione di Palermo, ispirata ai caratteri del primo barocco romano, non lascia immaginare il miracolo della magnificenza interna.
Entrando da porta Carini, una delle tre porte che si aprivano sul lato settentrionale della città antica di Palermo, dovrete fare solo pochi passi sotto i tendoni colorati e le bancarelle di venditori ambulanti del mercato del capo per scoprire un antico gioiello del barocco fiorito palermitano.
Preparatevi a stupirvi, visitatori, che entrate in questa chiesa, qui lo sbalordimento supererà le più ardite immaginazioni.
Ai vostri occhi si offre una spettacolare visione di marmi mischi, di stucchi, di pitture, di ferri forgiati e dorati, di statue e di colonne tortili in marmo rosso, che catturerà il vostro sguardo e desterà la vostra ammirazione.
Al primo impatto sarete sopraffatti da tanta meraviglia, dal fasto raffinato del suo insieme e dei singoli capolavori d’arte, che portano le firme di insigni artisti. La Chiesa è ad unica navata con impostazione spaziale ancora rinascimentale.
Le pareti sono interamente coperte, fino alla cornice, da una preziosa decorazione. Il soffitto a botte è decorato da stucchi dorati, sulle pareti laterali si aprono quattro cappelle: sulla sinistra troviamo le cappelle dalla Madonna Libera Infermi (delicata opera di Vincenzo Guercio del 1635) e del crocifisso con una grande “cornice reliquiaria”.
Sulla destra troviamo le cappelle di Santa Rosalia e di San Benedetto, con grande tela di Velasquez (1775). Tutte le cappelle sono ornate da splendide colonne tortili con, alla base, intarsi in marmi e pietre preziose.
Il presbiterio è introdotto da un maestoso arco trionfale affiancato da coppie di colonne; sull’altare maggiore si trova la tela dell’“Immacolata Concezione” di Pietro Novelli.
Una bella cupola ottagonale, sfarzosamente decorata, sovrasta l’area sacra. Il coro è sostenuto da quattro coppie di colonne; i due coretti laterali hanno preziose ringhiere in ferro battuto dorato; gli organi sono ricoperti da belle opere scultoree settecentesche di legno rivestite con oro zecchino, l’insieme risulta ricco e armonioso, un vero trionfo del Barocco raccontato con il linguaggio enfatico, l’immagine di un’epoca, quella della controriforma, che trova anche espressione nella fondazione di fastosi edifici religiosi, rappresentazione stessa del potere ecclesiale.
La Chiesa era un tempo annessa al vastissimo monastero benedettino, fondato da Laura Ventimiglia nel 1576, trasformata in ospedale dopo la confisca dei beni ecclesiastici (1866) e nel 1932 demolito insieme ad una vasta zona limitrofa al bastione d’Aragona per la costruzione del Palazzo di Giustizia. La Chiesa, pertanto, oggi appare isolata e accanto è stato costruito un anonimo condominio.
Melina Manna*
*Allieva del Corso “Esperto in Valorizzazione e Gestione delle Risorse Naturali e Culturali” – Tecno Service – Piano Straordinario per il lavoro in Sicilia: Opportunità Giovani “Percorsi formativi per il rafforzamento dell’occupabilità e dell’adattabilità della forza lavoro siciliana periodo 2012-2014” Priorità 3: Formazione Giovani annualità 2013