“È un giorno importante che segna la fine di una disputa durata troppo tempo. Ci sono voluti vent’anni, infatti, per completare l’iter di approvazione della convenzione delle Alpi del 1991 e segnatamente del suo Protocollo di attuazione sui trasporti, fatto a Lucerna il 31 ottobre 2000”. Lo ha affermato Franco Narducci, deputato del PD eletto all’estero, relatore del provvedimento nell’Aula di Montecitorio.
Intervenendo in aula, Narducci ha ricordato che il Protocollo sui trasporti ha presentato particolari difficoltà nella messa a punto del testo in considerazione della delicatezza degli aspetti economici e ambientali che esso riveste, concernendo una regione di passaggio come quella alpina. Per quanto attiene ai trasporti pubblici, il Protocollo prevede, innanzitutto, il potenziamento di sistemi di trasporto eco-compatibili. Pertanto, le strutture e le infrastrutture ferroviarie devono essere migliorate intorno a grandi progetti transalpini, che, oltre agli assi principali, terranno nel debito conto anche gli altri punti della rete e i vari terminali.
“Con l’approvazione definitiva del Protocollo l’Italia compie una scelta definitiva, quella dell’intermodalità del trasporto merci che allinea il nostro Paese alle scelte strategiche che altri Paesi hanno già fatto, di vitale importanza ecologica – ha sottolineato Narducci – evidenziando che la materia in questione è stata oggetto di una disamina in sede parlamentare particolarmente approfondita, come hanno confermato le audizioni svolte in Commissione affari esteri sia di soggetti istituzionali sia delle categorie interessate”.
In materia di trasporti stradali, l’articolo 11 del Protocollo, quello che si è prestato a discussioni talvolta molto accese, e che ha sempre costituito il profilo di maggiore criticità nel corso dell’esame parlamentare, fissa l’impegno delle parti contraenti ad astenersi dalla costruzione di strade di grande comunicazione per il trasporto transalpino, mentre solo ad alcune condizioni è consentita la realizzazione di progetti stradali di grande comunicazione per il trasporto intralpino.
“L’approvazione di oggi mette sotto i riflettori il nostro Paese che, come noto, ospita – questo mi pare degno di rilievo – la segreteria della Convenzione per la protezione delle Alpi e ne ha appena assunto, con il Ministro Clini, la presidenza” ha specificato Narducci. Il Deputato eletto all’estero ha poi evidenziato che per “fugare ogni dubbio sul fatto che questo Protocollo potesse rappresentare per l’Italia – che nell’attraversamento delle Alpi ha la via terrestre di collegamento con il mercato unico europeo internazionale – un ostacolo per la propria competitività, è stato approvato un ordine del giorno che impegna il Governo a chiarire, all’atto del deposito della ratifica, anche attraverso la formulazione di una dichiarazione interpretativa, che le disposizioni dell’articolo 11 non pregiudicano la possibilità di realizzare infrastrutture stradali di comunicazione sul territorio italiano e che le disposizioni relative all’internazionalizzazione dei costi esterni sono da riferirsi all’acquis comunitario”.
Narducci ha poi rimarcato “che abbiamo perso tempo prezioso, subendo le pressioni delle lobby contrarie ad una diversa visione dei trasporti, che hanno esercitato una resistenza ostinata, contro la realtà dei fatti. L’intera materia dei trasporti deve essere oggi inquadrata in una logica europea e all’Italia si offrono grandi opportunità, a patto che si facciano le scelte opportune e si abbia il coraggio d’investire. La Svizzera ce lo insegna – ha sottolineato Narducci – con le nuove trasversali ferroviarie alpine ad alta velocità (una è già in funzione da qualche anno), che daranno un grande impulso ai trasporti delle merci e delle persone: Milano si raggiungerà da Zurigo in appena due ore e quaranta minuti”.