La Federazione nazionale della stampa lancia l’allarme sulla situazione dell’editoria italiana. Una situazione da allarme rosso aggravata dall’incertezza sull’erogazione alle aziende dei finanziamenti statali e da un disegno di legge sull’editoria gravemente lacunoso. “Novanta giornali sono sull’orlo del fallimento“, ha dichiarato il segretario della Fnsi, Franco Siddi, intervenendo all’incontro alla Camera dei Deputati “Il pluralismo verso l’estinzione”.
“A morire nei diritti della legge noi non ci stiamo – ha proseguito – Siamo a fine anno e non solo i finanziamenti pubblici all’editoria sono scesi dai 114 milioni di euro del 2011 ai 60-70 del 2012. Ma non si riesce neanche a capire con esattezza quale sarà l’ammontare. Le imprese che stanno continuando a lavorare stringendo i denti rischiano di arrivare a fine anno e scoprire che i fondi non saranno erogati. In quel caso l’unica strada sarà la chiusura”.
Un’incertezza che, aggiunge, si prolunga anche sul disegno legge delega per il settore. “La bozza presentata – spiega Siddi – dice che non dovranno essere modificati i tetti dei finanziamenti. Ma quali tetti, quelli del 2011 o quelli del 2012? Se l’ipotesi è la seconda non ci stiamo. Tutti gli operatori dicono che non si può sopravvivere sotto la soglia dei 120 milioni e a questo punto il governo dica se considera l’editoria l’asse portante dello sviluppo del paese o no”.
Pronti a convocare un’assemblea pubblica con tutti i rappresentati di settore per il 6 o il 13 novembre, Fnsi e Mediacoop hanno inviato una lettera al presidente del Consiglio Mario Monti sulla necessità di incrementare “di almeno altri 70 milioni la dotazione del Fondo Editoria per i contributi alle cooperative di giornalisti, alle testate di idee, non profit e di partito o si andrà incontro al default di questa parte dell’informazione, con una perdita di 4 mila posti di lavoro”, più tutto l’indotto e gli introiti dell’Iva.
“Senza queste risorse – si legge – non sarà possibile dare operatività anche allo stesso Decreto Peluffo per il recupero e il riavvio di testate già in crisi e in uscita dalle edicole”. La buona notizia, aggiunge Mario Salani presidente di Mediacoop, è che “nella legge di stabilità è previsto il finanziamento all’editoria nel 2015. Ma non ha senso votare una delega se poi i soggetti per cui si vota nel frattempo saranno scomparsi”.
Intanto in Commissione cultura alla Camera, ricorda il deputato Emilia De Biasi (Pd), si voterà “una risoluzione perché la legge delega riporti il sostegno pubblico a 120 milioni e si interessi in particolare del tema occupazionale”.
In questi giorni, conclude Siddi, si passa “da un bavaglio a un altro, da quello dei mancati finanziamenti a quello della legge sulla corruzione che si sta trasformando in una legge vendicativa contro i giornalisti che hanno messo certi politici sotto la loro lente”. A sostenere l’appello di oggi, anche Fulvio Fammoni (Cledics), Giorgio Lainati (Pdl) e Riccardo Franco Levi (Pd).
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novembre 18, 2015