Oggi, 18 settembre, durante il question time nell’Aula di Montecitorio, l’onorevole Fucsia FitzGerald Nissoli (Scelta Civica) ha rivolto una interrogazione al Ministro degli Affari esteri, Emma Bonino, sulla vicenda della chiusura dei consolati.
L’onorevole Nissoli illustrando la sua interrogazione ha sottolineato come “la chiusura in corso di svariate rappresentanze consolari, per altro effettuate, questa volta, senza alcuna consultazione parlamentare, sta causando numerosi problemi sia per i residenti all’estero che per il nostro sistema economico e imprenditoriale”.
La parlamentare eletta nel Nord e Centro America ha precisato che “tra le sedi di prossima chiusura figura anche il Consolato di Newark” (prevista per il 28 febbraio prossimo) rimarcando come “tale sede consolare sia cruciale nel panorama italoamericano e per il ruolo di primo piano degli italoamericani nel New Jersey e per il suo posizionamento geostrategico”.
“Se l’intento è razionalizzare e promuovere il nostro Sistema Paese oltre che assistere i nostri connazionali – si è chiesta la Nissoli – non vedo come tale provvedimento possa andare in questa direzione. Ma nessuno pensa ai tanti anziani che sarebbero costretti a fare lunghi viaggi per recarsi al Consolato per un documento?”
“Signora Ministro – ha concluso l’on. FitzGerald Nissoli – qualche giorno fa in Connecticut ho avuto modo di discutere di questa questione con l’On. Bill Pascrell, presidente dei parlamentari di origine italiana in USA, che mi ha rappresentato la forte preoccupazione che nutre per la chiusura di Newark, una preoccupazione che sottopongo alla sua sensibilità, Signora Ministro, consapevole che saprà trovare la giusta soluzione, foss’anche l’apertura di una agenzia consolare in loco”.
Il Ministro Bonino, nella sua risposta, ha precisato che i criteri di chiusura dei consolati sono quelli rispondenti ad una razionalizzazione delle risorse umane, ridotte negli ultimi tempi, tanto che il personale del MAE è “la metà di quello della Francia, della Germania e del Regno Unito le cui reti estere sono paragonabili alla nostra”, ad un “obbligo dettato dalla spending review” e ad un terzo obiettivo che è “quello di liberare risorse da investire nei mercati emergenti dove non c’è nessuna presenza consolare”.
Per quanto concerne Newark, il Ministro ritiene che la comunità italiana sia ben integrata e in una posizione geografica che permette di raggiungere facilmente il Consolato Generale di New York che sarà la sede che ne erediterà le competenze. Quindi la decisione del Ministero degli Affari esteri è quella di procedere alla chiusura del Consolato di Newark come da calendario.
Una decisione inaccettabile da parte dell’on. Nissoli che nella replica al Ministro ha insistito “sulla necessità di un punto di riferimento nel New Jersey perché è fondamentale per il nostro Sistema Paese soprattutto sul territorio di un nostro partner politico, economico e militare come gli USA”.
“In questo contesto – ha incalzato la Nissoli – gli italiani d’America sono d’importanza strategica e sarebbe un errore che le istituzioni non ne tenessero conto, pertanto mi permetto di insistere che qualora non si rivedesse la chiusura del Consolato di Newark si disponga in tempi rapidi l’apertura di una Agenzia consolare”.
Di seguito l’interrogazione a risposta immediata in Aula dell’on. Nissoli
FITZGERALD NISSOLI, MARAZZITI, CARUSO e RABINO.
Al Ministro degli affari esteri.
Per sapere – premesso che: – la chiusura in corso di svariate rappresentanze consolari ha generato in questi anni numerosi problemi sia per i cittadini italiani residenti all’estero che per gli interessi del sistema economico e imprenditoriale italiano; infatti, i nostri connazionali residenti all’estero si ritrovano su un territorio senza più un punto di riferimento certo, come pure molte imprese perdono l’interlocuzione con il consolato avente per giurisdizione il territorio sul quale hanno situato la loro attività estera;
– il decreto-legge 6 luglio 2012, n. 95, recante «Disposizioni urgenti per la revisione della spesa pubblica con invarianza dei servizi ai cittadini», la cosiddetta spending review, convertito, con modificazioni, dalla legge 7 agosto 2012, n. 135, prevede che non siano compromessi i servizi offerti ai cittadini. In tale quadro appare evidente che la riorganizzazione della rete diplomatico-consolare, pur prevedendo la riduzione dei costi, non può porre in secondo piano la qualità dei servizi da offrire ai connazionali all’estero ed alle imprese italiane nel loro percorso di internazionalizzazione;
– il dibattito sulla razionalizzazione della rete diplomatico-consolare è sfociato nella chiusura di 14 sedi consolari, senza che vi fosse una concertazione con le comunità italiane all’estero ed i suoi rappresentanti e senza che il Parlamento stesso ne fosse informato; inoltre, il dibattito sul riorientamento della rete diplomatico-consolare si sta volgendo ovunque tranne che nelle sedi istituzionali proprie;
– la rete consolare ha già subito, negli anni scorsi, tagli pesanti e chiusure di uffici, mentre non ancora si vede l’operatività del cosiddetto «consolato digitale»;
– l’apertura di nuovi uffici consolari nelle aree del mondo dove si stanno orientando parecchi interessi economici italiani, come Turkmenistan, Cina e Vietnam, non può significare lo smantellamento degli uffici presenti nei classici territori di emigrazione e l’abbandono dell’assistenza a chi, emigrato, ha contribuito a costruire l’Italia dall’estero con notevoli sacrifici. Si tratta di quegli anziani delle vecchie generazioni verso i quali l’Italia ha un debito di gratitudine, fosse solo per le cosiddette rimesse che ci hanno aiutato a crescere economicamente ed a svilupparci;
– tra le sedi di prossima chiusura figura anche il consolato di Newark, la cui giurisdizione copre ben 13 contee dello Stato del New Jersey (Usa), con circa 17.000 connazionali residenti, ovvero il centro-nord di questo importante Stato americano, ivi compresa la capitale Trenton citata da Sciascia ne «Il lungo viaggio». Una terra nota alla comunità italiana sin dai primi tempi dell’emigrazione in America; infatti, qui sono sorte numerose associazioni, tra cui la gloriosa Unico national che è la terza associazione italoamericana, senza contare le organizzazioni facenti capo ai siciliani, ai pugliesi, ai calabresi, ai campani e agli abruzzesi, che sono di antica costituzione e che conservano la memoria storica della nostra emigrazione. Inoltre, oggi, numerosi ricercatori italiani hanno come punto di riferimento l’Università di Princeton;
– la sede consolare di Newark è cruciale nel panorama italoamericano e per il ruolo di primo piano, in tutti i campi, degli italoamericani nel New Jersey, tra cui il Governatore, e per il suo posizionamento geostrategico, tra New York e Washington, al centro di adeguate reti di trasporto stradali, ferroviarie, aeroportuali e portuali con il porto di Elizabeth. Strutture fondamentali per la presenza delle aziende italiane negli Usa;
– se l’intento dell’amministrazione degli affari esteri è quello di razionalizzare e promuovere il nostro sistema Paese, oltre che assistere i nostri connazionali, non è possibile procedere alla chiusura del consolato di Newark, – per le ragioni sopra esposte: quali siano stati i criteri adottati dal Ministero degli affari esteri nel riorientare la rete diplomatico-consolare e decretare la chiusura delle sedi consolari richiamate in premessa e della sede di Newark in particolare e se non ritenga di dover procedere all’istituzione di un’agenzia consolare a Newark. (3-00315)