(di Anthony Brown) – Dal 2008 l’economia mondiale ha dovuto affrontare il suo peggior periodo dalla fine della seconda guerra mondiale. I governi stanno applicando restrizioni di bilancio per affrontare questa grave recessione, che sta avendo un grande impatto sulla spesa per la difesa, il cui riequilibrio in Europa e negli Stati Uniti è più che mai una necessità.
Ma la sicurezza non è un bene scontato, anzi, la violenza intraspecifica è una realtà anche nel XXI secolo; dal 2000, infatti, più di 110 fra guerre e conflitti hanno funestato il nostro pianeta. In questo momento sono in corso conflitti in 60 Paesi del mondo coinvolgendo 389 milizie e gruppi separatisti.
Inoltre, nel corso di questa crisi il quadro di sicurezza sta cambiando, ed è diventato più vario e imprevedibile. Le minacce alla sicurezza, come ad esempio la diffusione delle armi di distruzione di massa, il terrorismo internazionale, i conflitti regionali, il fallimento degli Stati, e gli attacchi informatici, può essere affrontato solo attraverso un’azione coerente e coordinata. La crisi in Libia è un esempio recente, sottolineando la natura imprevedibile dei conflitti, ma anche mostrando la necessità di sistemi moderni con costose funzionalità tecnologicamente avanzate.
La sicurezza e il benessere economico sono indivisibili. Investire in difesa significa proteggere infrastrutture critiche e linee vitali per l’economica, il commercio e gli investimenti. Assicura il passaggio di energia vitale e di altre risorse, così come indispensabili comunicazioni economiche e strategiche. E’ quindi fondamentale che l’Europa, continui a investire nella sicurezza, che garantisce la stabilità e la crescita nel futuro, perchè la sicurezza è un bene non negoziabile.
Si tratta di una rinnovata cultura della cooperazione che incoraggi i Paesi europei a cooperare per lo sviluppo, ad acquisire e mantenere le capacità militari per svolgere dei compiti fondamentali, essenziali. Ciò presuppone la messa in comune e la condivisione di capacità, di priorità e un miglior coordinamento degli sforzi in una visione politica il più possibile unitaria.
L’Europa si trova così a doversi dotare di capacità che sono ritenute critiche, schierabili e sostenibile, e deve dimostrare la volontà politica per raggiungere tale obiettivo.
La NATO e l’UE si trovano ad affrontare una sfida quale quella di conciliare l’urgenza di risparmio con una difesa moderna. La NATO e l’Unione europea, in particolare l’Agenzia europea per la difesa, lavorano insieme al fine di evitare inutili duplicazioni, con la messa in comune e la condivisione di opportunità, e concrete iniziative di cooperazione sono già state individuate.
Ma la politica di sicurezza e di difesa presuppone anche progetti innovativi di cooperazione multinazionale dell’industria. I nostri partner industriali sono attori essenziali in questa impresa. I Capi di Stato e di governo hanno deciso di abbracciare il concetto di “difesa intelligente” in grado di sviluppare, acquisire e mantenere le capacità necessarie per raggiungere gli specifici obiettivi strategici per le proprie forze e hanno approvato un pacchetto concreto di progetti multinazionali, anche per una migliore protezione delle forze operative, un migliore controllo e una migliore formazione. Questi progetti sono volti a offrire una migliore efficacia operativa, economie di scala, e più strette connessioni tra le forze della Unione. Data la pressione sulle risorse, approcci multinazionali intesi a sviluppare le necessarie capacità e le forze saranno essenziali se la UE vuole tutelare i propri valori e mantenere il proprio benessere.
-
In primo piano
- Gli Stati Uniti non sono responsabili del terrorismo...
7 febbraio, 2017 - I fondali dell'Antartide sono un mondo che non ti aspetti:...
29 febbraio, 2016 - Discussing Europe with Ms Federica Mogherini
17 settembre, 2015
- Gli Stati Uniti non sono responsabili del terrorismo...