(di Roberto Falaschi) – Il 30 marzo 1867 fu concluso tra la Russia e gli Stati Uniti d’America una grossa transazione con una ulteriore acquisizione territoriale da parte di questi ultimi.
Infatti nel 1805 Napoleone Buonaparte cedette agli Stati Uniti la Luisiana (the Luisiana Purchase), che in realtà era tutto il territorio del bacino Mississippi/Missouri che arrivava fino al Canada.
Per questo motivo fu organizzata la famosa spedizione transamericana di Luis and Clark al fine di dimostrare la sovranità americana da costa a costa.
Ritornando al contratto del 30 marzo 1867 la Russia cedette agli Stati Uniti un grande territorio situato oltre i confini della Siberia e del quale non sapeva cosa farsene.
Il risultato da lì a pochi anni fu la corsa all’oro del Klondike.
Si trattava dell’Alaska che, unitamente alle isole Hawaii divenne stato dell’Unione nel 1959.
Sicuramente nel corso della guerra fredda i sovietici devono essersi mangiati le mani per aver ceduto al “nemico” un territorio che li faceva confinanti con il loro territorio, non solo per lo stretto di Bering, poca cosa dato il nulla dai suoi due lati, ma perché ciò fece sì che, via Antartico, Unione Sovietica e Stati Uniti fossero confinanti, con tutte le conseguenze geostrategiche conseguenti.
Il presidente degli Stati Unite che concluse l’”affare” era Johnson, succeduto nel 1865 al Presidente Lincoln mortis causa.
Il fatto interessante è che un altro presidente americano ebbe un Johnson quale successore mortis causa: John F. Kennedy. Decisamente avere un vice con tale nome è un segno negativo del destino!
Infine, mentre si perdono le tracce del successore di Lincoln, quello di Kennedy riuscì a farsi eleggere presidente in proprio e ad infognare gli U.S.A. nella guerra del Vietnam. Perdendola.