(italintermedia.globalist.it) – Varsavia ha deciso di spostare le proprie truppe dall’area ovest del Paese verso il suo confine orientale a causa “della più grande crisi di sicurezza dai tempi della Guerra Fredda“. Si tratta di un importante riallineamento della struttura militare, dichiara il ministro della Difesa.
“La situazione geopolitica è cambiata, siamo di fronte alla più grande crisi della sicurezza dalla fine della Guerra Fredda e dobbiamo trarne conclusioni”, sono le parole del ministro della Difesa, Tomasz Siemoniak, il quale ha spiegato che il numero dei soldati di stanza nelle tre basi militari nella parte orientale del Paese triplicherà in due anni. Siemoniak ha aggiunto che sarà aumentata in proporzione anche la quantità di materiale militare di stanza presso le basi.
Il ministro polacco ha spiegato che non si tratta di una misura radicale, ma di una scelta di protezione a causa della minaccia rappresentata dal vicino conflitto ucraino: “Vogliamo solo rendere più efficienti tali unità nella parte orientale della Polonia”.
La maggior parte dell’esercito polacco si è concentrata nella parte occidentale del Paese, e fino ad oggi Varsavia non aveva riallineato la sua struttura militare dal momento che faceva parte del blocco sovietico. Il governo prevede di investire nella modernizzazione dell’esercito, in particolare nella parte orientale, aggiungendo che il ministero ha in programma l’acquisto di nuove attrezzature militari nel 2016, ha aggiunto Siemoniak durante una visita alla base di Siedlce situato nella Polonia orientale. “Oggi, il nostro fianco orientale è fondamentale. Lavoreremo in particolare su quest’area allo scopo di preservare e sviluppare quello che abbiamo. Ho visto le infrastrutture di questa zona e francamente mi sembrano obsolete, quindi dovremo migliorarle”, ha aggiunto.
Secondo i media polacchi, fino a qualche anno fa la base di Siedlce era a minaccia di chiusura ma adesso il ministro ha deciso di rammodernarla e rinforzarla. Il ministro ha anche detto che ha in programma di visitare le basi militari orientali a Chelm e Suwalki in un prossimo futuro. Nell’aprile scorso la Polonia, che è membro della NATO ha chiesto all’organizzazione militare di collocare permanentemente 10.000 soldati vicino al confine orientale del Paese, per rispondere al fatto che la Russia ha ammassato truppe al confine ucraino, però la NATO non ha direttamente risposto a questa richiesta.
Qualche settimana dopo però, in agosto, l’ex segretario generale della Nato Anders Fogh Rasmussen ha confermato che l’alleanza ha in programma di distribuire in modo permanente forze sotto la sua bandiera in Europa orientale. Tuttavia alcuni membri della NATO, tra cui la Germania, hanno espresso forti riserve su questi piani, in quanto non vedono la necessità di provocare tensioni con Mosca.
Il nuovo capo della NATO Jens Stoltenberg ha visitato la Polonia ai primi di ottobre ed ha ribadito l’appello per la creazione di una forza di reazione rapida, una “punta di diamante” composta da 4mila uomini, come concordato dai 28 paesi membri nel vertice che si é tenuto in Galles a settembre. La forza militare sembra destinata a sostituire le basi permanenti della NATO in Europa orientale.
Mosca ha criticato i piani di creazione della forza di reazione rapida e ha accusato la NATO di usare la crisi ucraina come pretesto per spingere la propria presenza militare sempre più vicino ai confini della Russia. L’inviato russo presso la NATO, Aleksandr Grushko, ha suggerito a settembre che l’Alleanza ormai si é lasciata contagiare dal “pensiero della guerra fredda“, e rischiando di compromettere il trattato di riferimento del 1997 con il quale Mosca e Bruxelles avevano ufficialmente proclamato di non essere più “avversari”.
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