Sul rinnovo dei Comites, gli organi elettivi che rappresentano i cittadini italiani residenti all’estero nei rapporti con gli Uffici consolari, le cui elezioni si terranno il 19 dicembre, interviene il presidente del Comites di Hannover, Giuseppe Scigliano, che contesta la procedura di voto.
Il presidente Scigliano ha inviato una lettera al Presidente della commissione Affari esteri della Camera dei Deputati, Fabrizio Cicchitto; al presidente della commissione Affari Esteri del Senato, Pierferdinando Casini.
Per conoscenza la lettera è stata inviata anche al ministro degli Affari Esteri, Federica Mogherini; all’ambasciatore d’Italia a Berlino, Pietro Benassi. I cittadini italiani residenti all’estero saranno informati tramite la stampa.
Ecco il testo integrale della lettera:
“Signori Presidenti,
Dopo anni di attesa con un provvedimento a dir poco singolare il Ministero degli Affari Esteri ha fatto indire in tutte le circoscrizioni consolari le votazioni per le elezioni dei Comites. Infatti, con il D.L. 109/2014 convertito con modificazioni dalla L. 1 ottobre 2014, n. 141 (in G.U. 3/10/2014, n. 230), ha sapientemente integrato e modificato il D.L. 67/2012.In sostanza in due articoli si stabilisce che “Al fine di conseguire l’obiettivo di razionalizzazione della spesa pubblica” le elezioni (dei COMITES) devono avere luogo nell’anno 2014 “a domanda dell’elettore” (in deroga al D. Lgs. 82/2005) e che con successivo Regolamento il Ministero degli Affari Esteri stabilirà le modalità di votazione “mediante l’utilizzo di tecnologia informatica”.
Il MAE ha “emanato” il sopra citato Regolamento che in sintesi prevede che “La consultazione avverrà tramite voto per corrispondenza. I cittadini italiani residenti all’estero e regolarmente iscritti all’AIRE che intendano partecipare alle elezioni, per poter essere ammessi al voto, dovranno far pervenire all’Ufficio consolare di riferimento DOMANDA DI ISCRIZIONE NELL’ELENCO ELETTORALE.
La domanda, che dovrà pervenire alla sede consolare ENTRO IL 30° GIORNO precedente la votazione, potrà essere inoltrata avvalendosi del modulo allegato da inviare unitamente alla copia di un proprio documento di identità mediante posta ordinaria, posta elettronica certificata, posta elettronica normale, fax o essere presentata personalmente.
Ed è proprio in questa procedura la singolarità dell’iniziativa ed il calvario che la Collettività italiana all’estero deve sostenere e subire.
Come noto sin dalla nascita della legge 23.10.2003, n.286, proprio per il ruolo affidato ai COMITES dalla legge, il MAE ha cercato sin da subito di cancellare questi organismi che “disturbavano” la quiete dei Consoli.
L’approvazione della legge faceva seguito ad una serie di proteste contro l’assenteismo dei Consolati nel mondo che fu sostenuta da diversi quotidiani nazionali che ne avevano documentato il lassismo. Ora non si comprende come il Governo abbia chiesto ed il Parlamento assecondato un simile provvedimento che cancella anni di lotta della Collettività italiana all’estero per avere il giusto rispetto da parte dello Stato italiano.
Infatti, con il D.L. 109 del 2014 si finisce per “cancellare” sia la Legge 286/2003 che il Regolamento di attuazione approvato con DPR 395 del 2003, dove, invece, per le elezioni dei COMITES sono previste procedure vincolanti e chiare. Una decisione normativa a cui non hanno fatto seguito le istruzioni per le sedi che prive di indicazioni hanno avviato le votazioni sulla base di una procedura illegittima ed incostituzionale che preclude alla maggior parte degli italiani l’esercizio del voto di organismi fondamentali per la nostra emigrazione, divenuti ora ancora più attuali proprio per la nuova ondata di emigranti che fuggono dall’Italia in cerca di lavoro.
Un escamotage voluto da un certo gruppo di Parlamentari e dal MAE per vanificare l’importanza dei COMITES. Fatto sta che i connazionali all’estero vengono costretti ad esprimere l’opzione con una procedura a dir poco “folle”, debbono infatti riempire una scheda, accompagnarla con la fotocopia del proprio documento. Ma come fa il cittadino ad esprimere l’opzione se non viene raggiunto da nulla, perché unica forma di pubblicità dei Consolati sono i siti web in internet. Quanti cittadini hanno questa capacità? Come se non bastassero queste difficoltà il MAE con altrettanta decisione illegittima, visto che è ancora operante la legge 286/2003, ha deciso la ”chiusura” bulgara di diversi COMITES che si sono visti privati di un proprio diritto prima ancora di iniziare la propria campagna elettorale. Parlo del COMITES di Amburgo, di quello di Mannheim e di tantissimi altri…. Come sono stati chiusi e con quali provvedimenti? Li faranno “ora per allora?”
Ma perché non è stata seguita la legge 286/2003 ed il suo Regolamento approvato con DPR 395/2003 che all’art.1, comma 1, stabiliscono chiaramente che tutti gli elettori iscritti all’AIRE hanno diritto di voto.
Perché allora il Governo ha scelto questa procedura che è altamente lesiva del diritto dato da una legge ai cittadini italiani residenti all’estero? Perché sono state create queste difficoltà ignorando apertamente la normativa sull’autocertificazione (DRP 28.12.2000, n.445 e D.Lgs. 196/2003) Perché voler ostacolare la partecipazione al voto tutelata dalla costituzione italiana, ultimo brandello violato del nostro Paese?
Forse perché il MAE, consapevole della forte sfiducia del cittadino nella P.A., ha scelto queste procedure complesse e perverse (compilazione modulo e firma dello stesso, riproduzione in copia del documento di identità, come se ognuno avesse in casa una fotocopiatrice) il cui risultato voleva essere i COMITES= ZERO?
Certo, siamo consapevoli che sarà un flop su tutta la linea, ovvero la Caporetto delle elezioni? Tutto questo solo per dimostrare che non c’è partecipazione?
No, Signori Presidenti, il Flop è Vostro!!! Perché è la riprova della sfiducia contro lo Stato italiano che vessa continuamente i cittadini italiani all’estero.
E’ infatti evidente che con i pochissimi voti che risulteranno dalle votazioni verrà marginalizzata l’importanza dei Comitati. Con questo singolare stratagemma si cancelleranno non solo i COMITES ma anche il CGIE e con essi la legge 286/2003. E si badi bene che questi risultati avranno un chiaro impatto anche sulla riorganizzazione della rete consolare che potrà/dovrà chiudere numerosi Consolati divenuti “inutili”.
Si calpesta, in sostanza, impunemente un diritto protetto dalla Costituzione italiana (cfr. gli artt. 2,3 e 48) a chi ce lo protegge? Voi?
Nei confronti della Collettività italiana all’estero, pur essendo essa il motivo grazie al quale il Ministero ha aperto Ambasciate e Consolati facendo vivere da nababbi un esercito di diplomatici, ha sempre avuto un atteggiamento arrogante nei suoi/nostri confronti ed ha usato ogni suo potere per limitare via via i servizi a favore della Collettività italiana.
Da tempo con altrettanti atti illegittimi sono stati ridotti i servizi a favore dei cittadini italiani residenti all’estero. Basti ricordare l’approvazione del decreto legislativo n. 71 del 3 febbraio 2011 recante il nuovo “Ordinamento e funzioni degli Uffici consolari”, furono apportate consistenti modifiche al testo previgente. Mentre l’articolo 28, comma 1, del citato D.L. recita testualmente che “Il capo dell’ufficio consolare esercita, secondo le modalità e con i limiti di seguito stabiliti, le funzioni di notaio nei confronti dei cittadini, attenendosi alla legislazione nazionale”, con successivo Decreto del Ministro degli Affari Esteri del 31.10.2011, si affermò che “I Capi degli Uffici consolari aventi sede in Austria, Belgio, Francia, Germania e Lettonia non esercitano funzioni notarili”. Una bestemmia giuridica che nessuno ha mai voluto annullare causando ai nostri Connazionali residenti in quei paesi notevoli disagi.
E’ quindi tempo che i cittadini italiani residenti all’estero capiscano che lo Stato italiano, vuole si le loro tasse e le loro rimesse, ma essi sono cittadini inesistenti.
Si prenda allora il passaporto del Paese che ci ospita e si metta fine a questa pagliacciata. Chiederemo poi noi che, all’insegna dello spending review, rimanga solo l’Ambasciata di Bruxelles. Date le distanze possono ben partire da Roma i signori Ambasciatori per parlare con i Capi di stato europei.
Non ci si può trincerare quindi dietro le miserevoli scuse dello spending review. Non ci sono i soldi, si deve risparmiare, giusto, ma questo non lo si faccia sulla pelle degli italiani emigrati all’estero perché la propria Patria non gli ha dato un posto di lavoro per darlo ai raccomandati, non gli ha dato nemmeno la dignità per vivere con qualche escamotage perché la vita in Patria era troppo cara, ed ora vuole umiliarci anche qui con questi giochetti di bassa politica, una politica alla quale diciamo queste porcherie fatevele in casa perché qui ci siamo costruiti una vita con difficoltà e dignità e siamo rispettati.
Il presidente del Comites di Hannover
Dott. Giuseppe Scigliano”
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