Sabato 25 novembre a Roma si terrà il concerto II. TRANSCRIPTIONS: Glass e l’Ardore che il pianista Alessandro Conti dedica a Philip Glass.
Al Teatro Studio Keiros a via Padova 38a, alle ore 21, il Maestro Conti esegue i lavori che Glass non ha scritto originariamente per pianoforte, ma che sono stati “tradotti” in versione solistica da due dei suoi più importanti collaboratori: Paul Barnes e Michael Riesman.
Il concerto è un appuntamento fondamentale per comprendere l’impressionante ampiezza e la diversificata ispirazione di un repertorio pensato per le destinazioni più varie.
La tonalità emotiva dei brani è fantasticamente ambigua, oscillando tra momenti di grande intensità, con masse sonore corpose e polifonicamente tramate, e inflessioni di profondo lirismo. Un’intimità raccolta ed estatica, per la quale il pianoforte era già originariamente la “voce” designata, essendo la suite nata come dialogo tra strumento solista e orchestra d’archi.
Il concerto, il secondo del ciclo ‘Progetto Glass’ dedicato dal Maestro Conti all’opera pianistica di Glass, si apre con Piano Concerto No. 2 “After Lewis and Clarke”, piano version by Paul Barnes, a seguire The Hours suite, piano version by Michael Riesman.
La seconda parte si focalizza sulla produzione operistica di Glass, tra le più significative nel panorama musicale contemporaneo, da Orphée suite, piano version by Paul Barnes, a Trilogy Sonata, piano version by P. Barnes.
La Trilogy Sonata si radica su tre grandi capolavori del melodramma contemporaneo, ciascuno corrispondente ai tre movimenti che compongono il brano. Il primo movimento è la trascrizione del Knee Play No. 4 da Einstein on the Beach. Da Satyagraha è tratto il secondo movimento. Infine la Danza dal secondo atto di Akhnaten chiude la sonata.
L’insostituibile impronta di Glass su ciascuno dei brani che verranno eseguiti dal pianista Conti al Teatro Studio Keiros, fanno del concerto di sabato 25 novembre un appuntamento di straordinaria ricchezza musicale.
Chi è il pianista Alessandro Conti
Finiti gli studi al Conservatorio S. Cecilia di Roma, Alessandro Conti ha proseguito la sua formazione all’estero, perfezionandosi tra Vienna, Helsinki e Tallinn.
Allievo di Paul Barnes, Krassimira Jordan e Wolfang Watzinger per il pianoforte, Ivan Vandor per la composizione, Jorma Panula, Arkady Leytush e Paavo Järvi per la direzione d’orchestra, si distingue inoltre per la sua formazione umanistica. Laureato dapprima in Filosofia, ha proseguito gli studi con una seconda laurea in Storia delle religioni e un dottorato in Filologia e Storia del Mondo Antico.
Attivo in Italia e all’estero sia come solista sia come direttore, i suoi recital pianistici, in particolare, si caratterizzano per un repertorio diversificato che si estende dai virginalisti inglesi alla musica contemporanea, attraverso i grandi capolavori della tradizione classico-romantica.
Ogni scelta di repertorio, nonché la costruzione stessa del programma da concerto, è l’esito di un percorso di ricerca che abbraccia anche l’arte figurativa e la letteratura (si ricordano per esempio i recital dedicati a Nabokov e al rapporto tra musica e autobiografia).
Ha tenuto le prime esecuzioni italiane di opere quali Images di Howard Skempton, Time Curve Preludes di William Duckworth.
Primo interprete italiano ad eseguire integralmente in un unico concerto i Complete Piano Etudes di Philip Glass (giugno 2017), nonché alcuni brani inediti (Vision, Monsters of Grace) inclusi nella retrospettiva (2017) dedicata all’integrale pianistica del compositore americano (I. Original Works: sulla Malinconia; II. Transcriptions: sull’Ardore; III. Complete Etudes: sulla Perfezione).