(di Clara Salpietro) – Un monumento ai caduti è stato inaugurato presso la Caserma “Carlo Amione” di Roma, sede del Reggimento di manovra interforze (REMADIFE), alla presenza del Segretario generale della Difesa e Direttore Nazionale degli Armamenti (DNA), generale di corpo d’armata Enzo Stefanini.
Il Reggimento di manovra interforze è inquadrato nel Raggruppamento Autonomo del Ministero della Difesa (RAMDIFE).
Alla cerimonia di inaugurazione erano presenti, tra gli altri, il comandante del Raggruppamento Autonomo del Ministero della Difesa, brigadier generale Gerardo Restaino; il comandante logistico dell’esercito e capo dipartimento dei trasporti e materiali, tenente generale Vincenzo Porrazzo; il vice segretario generale della Difesa e vice Direttore Nazionale degli Armamenti, ammiraglio di squadra Valter Girardelli; il tenente colonnello Gianfranco Paglia, medaglia d’oro al valor militare; l’Ordinario Militare per l’Italia monsignor Santo Marcianò e il cappellano del Reggimento di manovra interforze don Luigi Talarico.
Per l’occasione, lungo il viale della Caserma Amione che porta al monumento ai caduti, è stata allestita una esposizione di auto d’epoca.
La cerimonia è stata aperta dalla Musica del 1° Reggimento granatieri di Sardegna, poi ha fatto ingresso sul piazzale la bandiera di guerra del Reggimento, a seguire lo schieramento del Reggimento di manovra interforze, i gonfaloni delle associazioni cambattentistiche e d’arma e il gonfalone di Roma Capitale.
Il monumento è dedicato “ai caduti per la Patria”, “a coloro”, come è stato più volte ribadito nel corso dei vari interventi dai vertici militari, “che sono partiti e non sono più tornati”.
A scoprire la scultura è stato il generale Enzo Stefanini, accompagnato da Evelien Dwars, moglie del caporal maggiore scelto Gaetano Tuccillo, morto in Afghanistan in un attentato verificatosi nei pressi del villaggio di Caghaz a 16 chilometri da Bakwa, e dai genitori Rosa e Tommaso Tuccillo.
La benedizione al monumento è stata impartita da monsignor Marcianò, il quale nel durante il suo intervento ha evidenziato come la scultura sia “un monito per ricordare chi ha dato la vita”. Infine l’Ordinario militare per l’Italia ha ricordato le parole che Papa Francesco ha pronunciato durante la sua visita al Sacrario Militare di Redipuglia lo scorso 13 settembre: “Qui e nell’altro cimitero ci sono tante vittime. Oggi noi le ricordiamo. C’è il pianto, c’è il lutto, c’è il dolore. E da qui ricordiamo le vittime di tutte le guerre”.
A seguire ai piedi del Monumento è stata deposta una corona di alloro dal generale Stefanini, accompagnato dal tenente generale Porrazzo e dall’onorevole Valentina Grippo, consigliere comunale e presidente della commissione Turismo, moda e relazioni internazionali di Roma capitale.
“La solenne scultura rappresenta un’unione tra i soldati di ieri e quelli di oggi” ha sottolineato nel suo intervento il comandante del Raggruppamento Autonomo del Ministero della Difesa, brigadier generale Gerardo Restaino.
A chiudere l’importante cerimonia è stato il generale Enzo Stefanini, il quale ha esordito con queste parole: “Nonostante ho alle spalle 42 anni di servizio, di fronte a circostanze come queste provo ancora commozione”.
Il Segretario generale della Difesa parlando delle missioni fuori area ha osservato: “ho partecipato a missioni fuori area, missioni di pace, alcune volte scambiate per missioni umanitarie perchè questo era il mandato e noi l’abbiamo assolto nel migliore dei modi, perchè la pace è un obiettivo da conseguire”.
Rivolgendosi agli uomini e alle donne schierate sul piazzale, il generale Stefanini ha asserito: “dovete essere orgogliosi di difendere in armi la libertà di tutti. Si parla di eroismo, ma l’eroismo è difficile da spiegare e da comprendere. Il momento dell’eroismo non scatta alla fine, quando non c’è più nulla da fare. L’eroismo è comune a tutti i soldati comunque vada la missione. Siete uomini e donne onesti, seri, capaci di accettare tutte le sofferenze. Vi esorto ad essere soldati eroici che vuol dire continuare a lavorare con orgoglio senza cedere allo scoraggiamento. Il soldato può fare tutto, meno che scoraggiarsi”.
STORIA E COMPITI SVOLTI DAL REMADIFE
Il Reggimento di Manovra Interforze insiste nella Caserma intitolata al sottotenente Carlo Amione, medaglia di bronzo al valor militare per i fatti d’arma durante la prima guerra mondiale a Cima Lama, nella notte del 18 aprile 1916. In occasione del decennale della costituzione del Reggimento di Manovra Interforze, è stato inaugurato il Monumento ai Caduti per la Patria.
Il Reggimento di Manovra Interforze è, congiuntamente al Comando Unità Servizi, al Distaccamento Logistico di Orvieto e al Reparto Supporti del Centro Direzionale per il Personale Militare, inquadrato nel Raggruppamento Autonomo del Ministero della Difesa.
Il Raggruppamento fornisce supporto logistico e tecnico-amministrativo al Segretariato Generale della Difesa, alle Direzioni Tecniche e alle Direzioni Generali e agli Organi di Vertice Interforze della Difesa che insistono nella capitale. Attraverso le unità dipendenti assicura l’ordinario mantenimento delle infrastrutture relative al Palazzo Esercito, Palazzo Caprara (sede dello Stato Maggiore della Difesa), Palazzo Baracchini (sede degli Uffici del Gabinetto del Ministro della Difesa) e di Palazzo Messe (sede delle due Direzioni Generali per il Personale Militare).
Al Raggruppamento sono state assegnate anche le competenze amministrative e logistiche del Sacrario delle Bandiere, degli Organismi di Protezione Sociale del Segretariato Generale della Difesa e il Comando alla Sede del Distaccamento Aeronautica in Orvieto, ove operano alcune sezioni staccate della Direzione Generale per il Personale Militare.
Il Reggimento di Manovra Interforze trae origine dall’Autodrappello Ministeriale, operante già prima della 2^ Guerra Mondiale il quale. Attraverso successive riorganizzazioni, è giunto ad assumere nel 1972 la denominazione di 10° Autogruppo di Manovra Interforze “Salaria”, a cui, nel 1976, veniva assegnata la Bandiera di Guerra. Nel 1978 sono stati concessi all’Autogruppo lo Stemma ed il motto araldico “con perizia ovunque”.
Quale erede della storia e delle tradizioni dell’Autogruppo ed in seguito alla sua costituzione avvenuta il 30 gennaio 2004, la Bandiera di Guerra, lo Stemma ed il motto araldico dell’allora Autogruppo sono stati tramandati al Reggimento di Manovra Interforze, mentre la denominazione perdura in quella del 10° Battaglione trasporti “Salaria”, organicamente inserito nel Reggimento.
Il Reggimento di Manovra Interforze svolge i seguenti compiti:
fornire supporto logistico agli Organi Centrali dell’Area tecnico-amministrativa al fine di assicurare, in una cornice di elevata sicurezza ed affidabilità, la mobilità di uomini e materiali, il recupero, lo sgombero e l’attività di coordinamento e controllo sul movimento delle Delegazioni estere, su tutto il territorio nazionale;
soddisfare le esigenze di trasporto e rappresentanza degli Organi di Vertice della Difesa;
svolgere attività di addestramento di base del personale di truppa inquadrato nella propria unità e di specializzazione per tutto il personale dell’area interforze, con particolare rilevanza dei conduttori di automezzi.
Dallo scorso anno, inoltre, è stato inserito nel servizio di Guardia d’onore al Quirinale.