(di Clara Salpietro) – Una medaglia d’oro al valor militare, la nomina nel 2010 a Cavaliere della Repubblica conferita direttamente dal presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ma anche 16 missioni (tra cui Africa e Mozambico) in teatri operativi e su tutto l’esperienza nella bonifica da ordigni esplosivi. Il luogotenente Nicola Sgherzi, pugliese di Vico del Gargano, in provincia di Foggia, è questo e tanto altro: è soprattutto un’istituzione e un punto di riferimento per i militari della brigata Pinerolo, che sta operando nel Libano del Sud al comando del generale Carlo Lamanna.
Sgherzi, in servizio presso l’11° reggimento Genio Guastatori di stanza a Foggia, in territorio libanese fa parte del team EOD (Explosive Ordnance Disposal) che si occupa dell’attività di bonifica lungo la Blue Line, la linea di demarcazione tra Libano e Israele.
Lo incontriamo a Shama nella base del contingente italiano e come un libro aperto inizia a raccontare delle tante volte in cui è riuscito a salvare vite umane.
Il racconto inizia con la Bosnia. “Era il 1996, il contingente italiano era appena arrivato e l’attività di bonifica era la priorità, in quanto la gente non sapeva che molte zone erano minate e quindi era facile saltare su una mina”, esordisce il luogotenente Sgherzi.
“Un giorno una signora – prosegue – ha messo il piede su un ordigno ed è stata investita dall’esplosione, che le ha tranciato una gamba. Ricordo che c’era circa mezzo metro di neve, la donna urlava e i militari degli altri contingenti non sapevano come fare per prestarle aiuto. Appena sono arrivato sul posto, subito mi sono avventurato nella zona minata, mettendo i piedi sulle orme che aveva lasciato la donna. I miei colleghi urlavano che erano impazzito, ma io sapevo cosa stavo facendo, sapevo bene che se facevo lo stesso percorso della signora non mi sarebbe successo niente. La signora pesava 80 chili e quindi dove c’erano le sue orme non potevano esserci mine, altrimenti sarebbero esplose prima”.
“Ho raggiunto la donna – ci dice il luogotenente tra le lacrime – me la sono caricata sulle spalle, ho preso la gamba che stava a circa un metro di distanza da lei e l’ho portata fuori da quel posto. Questa esperienza mi ha lasciato un segno, ancora oggi quando la racconto mi commuovo”.
“Il giorno dopo per le strade di Sarajevo – aggiunge – la gente diceva: grazie italiani. Erano tutti riconoscenti per quello che avevamo fatto. Per aver salvato quella donna mi è stata conferita la medaglia d’oro al valor militare”.
Ma le buone azioni del luogotenente Nicola Sgherzi non finiscono qui, dalla Bosnia passiamo al Kosovo.
“Nel 1999 ero in missione in Kosovo – ricorda Sgherzi -, lungo la strada che portava al comando della Brigata incontravo sempre una signora insieme ai suoi figli. Un giorno la signora mi ha fermato e mi ha fatto capire di seguirla a casa sua. Entrato dentro casa ho trovato il marito crivellato di colpi e legato con un filo ad una bomba a mano. Io e altri genieri abbiamo tagliato il filo, disinnescato la bomba a mano e seppellito il corpo”.
Sono tante le storie nell’archivio della memoria del luogotenente Sgherzi, che si ripromette di raccontarle ai tre nipotini dal prossimo giugno, mese in cui lascerà il servizio attivo e dedicherà più tempo agli affetti personali.
Foto realizzata dalla cellula Pubblica Informazione del contingente italiano su brigata Pinerolo schierato nel sud del Libano