Diversi parchi nazionali e alcuni tra i maggiori monumenti come il Grand Canyon o la Statua della Libertà riapriranno i battenti il 12 ottobre e solo per una decina di giorni, nonostante lo shutdown dovuto al mancato accordo per lo sforamento del deficit di bilancio degli Stati Uniti. Diversi Stati americani, infatti, hanno accettato di finanziare temporaneamente la riapertura di questi luoghi.
Il National Park Service ha annunciato un accordo con gli stati di New York, Arizona, Colorado e Utah per riaprire i più importanti luoghi turistici chiusi dall’inizio di ottobre a causa della paralisi sul bilancio.
Questi accordi consentono, ad esempio, allo Stato di New York di riaprire la Statua della Libertà per sei giorni, fino al 17 ottobre, con uno stanziamento di quasi 370 mila dollari versati dallo Stato stesso per permettere le operazioni durante questo periodo. “Questa è una soluzione temporanea per mitigare gli svantaggi per il commercio e la comunità locale”, ha detto in un comunicato il ministro degli Interni Sally Jewell.
“Vogliamo riaprire tutti i nostri parchi nazionali, il più presto possibile in modo che tutti ne possano godere, e invitiamo il Congresso ad approvare una risoluzione per risolvere questa situazione “, ha aggiunto.
L’Arizona è in procinto di pagare di tasca propria 651.000 dollari per riaprire il Grand Canyon, che ogni anno attira milioni di visitatori da tutto il mondo.
Il Parco Nazionale delle Montagne Rocciose del Colorado sarà visitabile per 10 giorni grazie ad un finanziamento di 362.700 dollari. Otto parchi nazionali e monumenti in Utah riapriranno per 10 giorni: l’importo della fattura di 1,6 milioni di dollari sarà a carico dello stato del West americano, uno dei più belli per il paesaggio.
Non è chiaro se questo denaro sarà restituito agli Stati membri dal governo federale centrale, come non è chiaro cosa succederà alla fine del periodo di apertura stabilito dagli accordi in caso di una continuazione dello shutdown del bilancio nazionale.
Più di 400 parchi, tra cui Yosemite in California e la Statua della Libertà a New York, sono stati chiusi dal 1° ottobre , a causa di una paralisi parziale del governo federale per la mancanza di un accordo in Congresso sul budget per la anno 2014.
La chiusura dei parchi provoca un deficit giornaliero di 152 milioni di dollari e minaccia il posto di lavoro di 450.000 persone, secondo quanto riferisce l’Associazione americana del turismo.
In precedenti situazioni di blocco del bilancio nazionale, il governo federale aveva poi pagato gli anticipi dati dagli Stati membri per tenere aperti i monumenti nazionali.
Il senatore repubblicano John McCain dell’Arizona, ha detto da parte sua che la chiusura del Grand Canyon è stato “un disastro economico per il nord” dello Stato, denunciando anche il “dirottamento” dei turisti ad altri parchi.
Fonte www.repubblica.it