(di Clara Salpietro) – A margine del workshop “Sicurezza nazionale e fuga di notizie”, che si è tenuto a Roma presso il Dipartimento di Scienze Politiche dell’Università Roma Tre, abbiamo sentito il professor Vittorfranco Pisano, rettore del Multinational Intelligence Studies Campus, in merito a “spionaggio e intercettazione delle comunicazioni”.
“Realisticamente parlando – ha sostenuto il professor Pisano -, la raccolta d’informazioni viene svolta, da tempo immemorabile, da ogni nazione che ne ha le capacità sia utilizzando le fonti di pubblico dominio sia avvalendosi di metodiche clandestine, ovvero lo spionaggio tradizionale e, più recentemente, l’intercettazione elettronica. Lo spionaggio non è fine a se stesso. Lo Stato necessita per i suoi interessi vitali e generali di conoscere le potenzialità e le intenzioni degli altri attori sulla scena internazionale”.
“Oggi in particolare, questi attori non sono solo statali – ha proseguito – , ma anche non statali. A livello statale, gli stessi alleati non sono sempre amici. A livello non statale, si annoverano movimenti ostili di varia matrice e natura e, non dimentichiamolo, aggregazioni terroristiche. Le intercettazioni elettroniche hanno frustrato numerose trame terroristiche e hanno altresì operato nell’interesse della democrazia. Sicuramente prima d’intraprendere specifiche intercettazioni va fatta l’analisi costi-benefici”.
Secondo il rettore del Multinational Intelligence Studies Campus: “La protesta di Stati – quando taluni dei loro cittadini, residenti stranieri od organizzazioni private subiscono lo spionaggio elettronico da parte di Paesi amici – tende ad essere di facciata piuttosto che di sostanza, in quanto in molti casi si tratta di condivisione delle informazioni raccolte e/o di operazioni congiunte. Nelle intercettazioni elettroniche vi sono certamente possibilità di abuso. Infatti, in nazioni quali gli Stati Uniti, tutti gli organi d’intelligence sono oggi soggetti a supervisione interna ed anche da parte dei poteri esecutivo, legislativo e, in alcuni ordinamenti giuridici, giudiziario”.
“Va comunque tenuto presente – ha concluso Pisano – che non sono le comunicazioni private di singoli cittadini che interessano ai servizi d’intelligence, ma la raccolta di indicazioni riguardanti minacce alla sicurezza nazionale e spesso contemporaneamente collettiva”.
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