Sull’ultimo evento sismico che si è verificato in Emilia Romagna, un terremoto di magnitudo (Ml) 5.9 avvenuto alle ore 4:02 del 20 maggio con epicentro localizzato a circa 36 km a nord di Bologna tra le province di Modena e Ferrara, interviene l’architetto Sergio Ciliberto, vicepresidente di Ambientevivo.“Finale Emilia, nel Modenese e Sant’Agostino nel Ferrarese, i centri più colpiti (dati dal sito dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia), deve assolutamente farci riflettere sulla necessità ormai divenuta indispensabile e non più procrastinabile, di mettere in atto politiche di mirino alla salvaguardia del patrimonio storico, culturale ed architettonico, come anche di quello edilizio pubblico e privato”, queste le parole dell’architetto Ciliberto, vicepresidente di Ambientevivo.
“Salvaguardia – aggiunge – che passa innanzi tutto attraverso una più corretta e ponderata gestione del territorio e degli interventi su di esso. A nostro avviso le politiche di programmazione e pianificazione degli interventi devono assolutamente tenere in debita considerazione gli studi geofisici e vulcanologici esistenti per ogni zona d’Italia che mappano dettagliatamente il rischio sismico in Italia”.
“Questi studi – prosegue Ciliberto – devono diventare lo strumento di partenza nei progetti. Molto spesso invece ne costituiscono il corollario o peggio ancora l’allegato non obbligatorio. Procedere con un monitoraggio reale, un censimento dettagliato del patrimonio edilizio di ogni città, comune, frazione e borgata al fine di definirne lacune ed emergenze statico-strutturali (una sorta di “carta d’identità edilizia”) e così procedere con mirati interventi di consolidamento”.
“Soprattutto del nostro patrimonio storico-culturale ed architettonico – afferma il vicepresidente di Ambientevivo – per far si che scempi e disgrazie come quelle di L’Aquila e da ultimo quelle in Emilia non si verifichino mai più. Ed infine parallelamente programmare sul territorio un vero “piano di gestione delle emergenze” educando la popolazione (fin dalla scuola materna) su come si affrontano i primi momenti di un evento sismico e nel contempo dotare tutti i comuni di un servizio veramente funzionante ed operativo di “protezione civile” equipaggiata e dotata delle strumentazioni utili ad affrontare con efficienza ed efficacia i primissimi istanti del post-evento sismico”.
“Come al solito – conclude – quando accadono questi eventi ci preoccupiamo del perché e del per come sono avvenuti, che conseguenze e cosa ci dobbiamo aspettarci a seguire. Dovremmo invece, a cominciare dai politici, amministratori, industriali, costruttori e finire ai singoli cittadini, impegnarci concretamente per rendere le nostre città, il nostro territorio, il nostro ambiente di vita quotidiana un luogo veramente sicuro”.
Empori e presidi sulle rotte del commercio genovese e veneziano: un convegno a Roma il 20 giugno
giugno 19, 2012