Nel quadro delle attività tese a favorire il conseguimento degli obiettivi contenuti nella Risoluzione 1701, a Beirut si è tenuto l’incontro tra il generale di divisione Luciano Portolano (Capo Missione e Comandante delle Forze di UNIFIL) e gli Ambasciatori dei 5 Paesi membri permanenti del Consiglio di Sicurezza, quelli dei Paesi contributori di Peacekeepers alla missione ONU nel Libano Meridionale, unitamente allo Speciale Coordinatore delle Nazioni Unite per il Libano (UNSCOL) e all’ambasciatore dell’Unione Europea a Beirut.
L’occasione è stata importante e proficua oltre che per fare un punto di situazione sul contesto geopolitico dello scacchiere mediorientale segnatamente alla questione siriana e dei riflessi sul Libano specialmente al Sud, per significare lo stato dell’arte della missione UNIFIL che si muove nel delicato alveo del “peacekeeping” in forza alla precisa e ben tracciata risoluzione 1701 basata sul capitolo VI della carta delle Nazioni Unite.
In sintesi, è stato focale ricordare come la ricerca dell’implementazione della risoluzione passi attraverso il costante impulso e sostegno del dialogo tra le parti che avviene, oltre che con gli incontri bilaterali, mediante il peculiare strumento del tavolo tripartito.
Inoltre, mediante gli sforzi congiunti dei caschi blu e delle Forze Armate Libanesi (LAF) nell’area di operazione terrestre e marittima associati allo stato di avanzamento dello Strategic Dialogue, veicolo di aiuto e assistenza coerente al più ampio meccanismo dell’International Support Group (ISG).
In particolare, il generale Portolano ha evidenziato le attività svolte negli ultimi 10 mesi sotto il suo comando dagli oltre 11.000 peacekeepers nell’ambito di un contesto operativo in continua evoluzione che richiede “flessibilità e capacità di adattamento”. In tale guisa opera UNIFIL la cui area di operazioni, nonostante la forte instabilità regionale, continua a rimanere “stabile”, ha affermato durante l’incontro il generale Portolano, rilevando peraltro come tale risultato non sia frutto del caso ma di un approccio olistico e integrato da parte della missione, capace di sistematizzare le diverse realtà e dimensioni tra le quali spiccano quella militare, civile e diplomatica.
Una dedizione congiunta tra vari attori in primis gli stessi Paesi contributori con il concorso a vario titolo, le LAF, le autorità locali e religiose, senza il supporto dei quali tutto sarebbe difficilmente realizzabile.
Il generale Portolano ha concluso l’evento ringraziando gli Ambasciatori convenuti per il loro forte continuo supporto e soprattutto quelli delle nazioni contributrici poiché convinto di poter confidare sui loro rispettivi contingenti quali reali e credibili messaggeri di pace.
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gennaio 22, 2016