(di Clara Salpietro) – In vista delle elezioni politiche italiane del 2013 per il rinnovo dei due rami del Parlamento italiano, Camera dei deputati e Senato della Repubblica, che si terranno domenica 24 e lunedì 25 febbraio, abbiamo voluto rivolgere lo sguardo agli italiani all’estero, anche loro coinvolti nell’appuntamento elettorale.
Il Presidente del Comites di Hannover (Germania), Giuseppe Scigliano, ci racconta come gli italiani che vivono in terra tedesca guardano a queste elezioni, del rapporto tra Comites e cittadini e tra Comites e deputati eletti all’estero, e delle loro istanze per migliorare le proprie condizioni.
Presidente Scigliano, quanta influenza hanno le elezioni sugli italiani all’estero?
E’ un evento atteso e combattuto. Atteso perché è l’unico momento in cui l’Italia si ricorda di noi, combattuto perché tantissimi non sanno mai per chi votare. Infatti, in questo periodo la gente è inondata di materiale propagandistico di personaggi loro sconosciuti ai quali dovrebbero dare la fiducia o meglio il voto. Tuttavia questa attenzione tardiva spesso infastidisce più che gratificare gli elettori, per cui per votare cercano di orientarsi con quanto succede sul territorio nazionale.
Il voto all’estero facilita l’integrazione degli italiani nei Paesi esteri dove vivono?
Il coinvolgimento della campagna elettorale comporta di per se un rafforzamento dello spirito nazionalistico che estrapola i connazionali dal territorio e dal quotidiano, per cui molti si estraniano dalla realtà territoriale dove vivono entrando appieno nell’ottica dello scenario politico italiano. Stando alle statistiche dei votanti (vedasi le ultime elezioni), il fenomeno resta comunque ancora ridotto e sotto le aspettative dei nostri politici. In ogni caso, fino ad oggi non ho notato che il voto all’estero abbia mai avuto l’integrazione in loco come obbiettivo. Rari, sono stati i tentativi rivolti in questo senso, almeno in Germania.
Qual è il rapporto tra Comites e cittadini e tra Comites e deputati eletti all’estero?
I rapporti tra i cittadini ed il Comites di Hannover (posso riferire quanto vivo in prima persona) sono ottimi. Naturalmente non siamo presenti su tutto il territorio di nostra competenza principalmente per mancanza di fondi (la Bassa Sassonia è un territorio vastissimo) ma siamo seguiti e ne difendiamo le istanze presso le autorità locali, specialmente quelle rivolte all’integrazione in loco. Abbiamo nel tempo portato avanti un programma vastissimo. Per citare qualche esempio: Convegno sulla salute con professionisti italiani residenti in loco, convegno regionale dei giovani, convegno con i nostri imprenditori, Mostra itinerante e catalogo con artisti italiani residenti in loco, abbiamo assegnato ogni anno cinque premi ad altrettanti cittadini per riconoscerne le loro professionalità o il loro lavoro sociale, abbiamo collaborato con l’università di Jena per una ricerca sui 150 anni di unità d’Italia, abbiamo informato i cittadini con il periodico “Comites InForma”, abbiamo pubblicato diverso materiale ed abbiamo dato alla gente la possibilità di venire presso la nostra sede non solo per qualsiasi consulenza ma addirittura per consultare il Patronato Inas che li aiuta e li assiste ulteriormente. Con i deputati eletti all’estero, abbiamo avuto diversi approcci. Con alcuni parlamentari sono stati ottimi e ci siamo sentiti utili perché hanno portato le nostre istanze in Parlamento. Con altri pessimi perché oltre ai soliti e noiosi comunicati stampa non hanno prodotto nulla se non guerre tribali sul territorio dove hanno solamente nominato i loro caporali per mantenere il controllo del territorio per puro interesse personale legato alle votazioni. Altri sono stati invisibili e nonostante ciò si sono ricandidati.
Quali sono le istanze che gli italiani all’estero potrebbero proporre per migliorare le proprie condizioni?
Innanzitutto penso che chi lavora ed è inserito sul territorio (mi riferisco alla maggior parte) ha bisogno solamente di non essere trattato dall’Italia come un cittadino di seconda classe (vedi disparità di trattamento con l’IMU). Per quanto riguarda i pensionati auspico meno disagi deburocratizzando la formulistica INPS ancora arcaica e che dovrebbe tenere in considerazione le esigenze dei cittadini e non della CityBank; più attenzione per chi rientra e non ha le risorse per potersi reinserire nel paese d’origine; modifiche alla riforma Fornero, che è ingiusta e penalizzante specialmente per alcuni ceti sociali; programmi mirati che facilitano l’integrazione in loco; migliori servizi consolari, ripristino del servizio notarile , abolizione dell’atto di assenso dei Comuni italiani per il rilascio delle carte di identità per chi è nato all’estero; testi di ammissione alle università italiane che prevedono la cultura generale del paese di provenienza e non dell’Italia; rafforzare l’esportazione della nostra cultura perché valorizza il nostro made in Italy e di conseguenza l’immagine dei nostri imprenditori associati spesso ed inopinatamente (anche da qualche parlamentare sprovveduto) alle cosche mafiose; programmi mirati che facilitano l’import-export degli imprenditori italiani residenti all’estero; fare leggi appropriate per proteggere i prodotti italiani dalle imitazioni; finanziare gli imprenditori italiani operanti all’estero per creare posti di praticantato per giovani provenienti dall’Italia; riduzione della burocrazia e del costo della politica affinché si creino i capitali necessari da investire anche all’estero; rafforzamento dell’interscambio tra le scuole professionali di diversi Paesi e delle rispettive università per rendere i nostri giovani competitivi sul mercato del lavoro mondiale. Non da ultimo si ricorda il ruolo svolto da chi vive all’estero per il rafforzamento della cultura italiana in Paesi che non sempre hanno un atteggiamento italofilo in quanto condizionato da eventi di scarsa moralità che avvengono nel nostro Paese.
Purtroppo i media attuali diffondono con rapidità le notizie che diventano motivo di condizionamento nella vita quotidiana per cui si auspica un atteggiamento maturo specialmente di chi si è esposto in politica anteponendo il bene comune agli interessi personali o di partito. In chiusura ritengo che se le autorità locali, capissero l’importanza delle risorse paesaggistiche che hanno, potrebbero utilizzare al meglio questo capitale per il quale noi costituiamo il principale volano essendone gli Ambasciatori in tutto il mondo. Purtroppo l’incapacità di saper fare squadra, da parte di molti attori della vita economica italiana, vanifica il nostro quotidiano lavoro di valorizzazione del made in Italy e del patrimonio naturale e paesaggistico che abbiamo. Le misure spesso prese dal nostro Paese con le ultime leggi approvate (vedi l’IMU) può avviare una riduzione degli investimenti non solo da parte degli italiani residenti all’estero ma anche da parte degli stranieri che preferiscono investire i capitali altrove. Si chiede, in poche parole, di investire con più saggezza le risorse dello Stato ed iniziare una nuova era dove si deve lavorare per il bene di tutti i cittadini. È vergognoso vedere quanto attualmente succede in Italia. Scandali dopo scandali, fallimenti, disoccupazione, urla in Parlamento e fuori, politica fatta di personalismi e di protagonismo, spesso priva di programmi concreti per far uscire il Paese dal baratro del fallimento in cui si trova. È questo il modello italiano che dobbiamo mediare ai nostri figli che crescono altrove e si confrontano quotidianamente con altri modelli? Dov’è finita la terra dei limoni, del bel canto, del sole, dell’arte, della scienza, della buona cucina, del buon umore, dello stile, della poesia e della musica che hanno sempre contraddistinto la nostra terra? Quindi chiediamo più morale e programmi seri che riportino l’Italia al posto che le compete.
Qual è il contributo che gli italiani all’estero potrebbero dare al nostro Paese?
Gli italiani all’estero hanno contribuito per anni, con i loro risparmi, a migliorare la nostra bilancia dei pagamenti. Contributi che pochi hanno valorizzato ignorando così i veri italiani che con il loro lavoro ed i rispettivi risparmi hanno saputo partecipare all’economia del Paese. Oggi il contributo degli italiani all’estero costituisce, con la presenza ed il loro lavoro, una parte importante dell’economia dei paesi ospitanti favorendo l’interscambio commerciale del made in Italy. Non va sottovalutato altresì che la media e micro imprenditoria italiana all’estero ha favorito una forte esportazione di prodotti italiani con consistenti benefici alla nostra bilancia commerciale. Benefici anche in termini occupazionali di manodopera italiana sia all’estero che in Italia.